Solitamente con questa frasetta comincio le mie session fotografiche parlando ai piccoli “modelli”. 

Diversamente è andata sabato 22 luglio durante l’ evento sponsorizzato da Caronaimmagina. Gli occhi che mi fissavano, erano più di due, molti più di due!

A stima penso che erano circa 60 o 70 …

Accompagnare nel mio mondo i visitatori interessati è stata un’esperienza nuova e sicuramente appagante. 

A parte qualche esitazione iniziale della mia voce, dovuta al fatto che come più volte ho ribadito, non sono un intrattenitore di folle, pian pianino l’atmosfera, almeno per quanto mi riguarda, è diventata più rilassata, ed ho ricominciato a respirare.

Diversi sono stati gli interventi degli ospiti per la richiesta di informazioni.

Una domanda in particolare mi ha fatto riflettere anche dopo l’evento. 

“Cosa ti spinge a fare quello che fai in fotografia?”

Beh di motivi sicuramente ce ne sono più di uno, che sono appassionato di natura è un fatto, ma la gratificazione nel poter creare personaggi come un disegnatore di fumetti, utilizzando però la macchina fotografica, è la risposta che più volte mi sono dato negli ultimi anni.

Personaggi, alieni, super-eroe…così li chiamo, poi magari per molti restan solo insetti.

Sì perché, credo, che quando una persona fa qualcosa in cui crede, può darsi che a volte vada avanti senza pensare esattamente al perché, o ad un perchè, ma si focalizza e investe le sue energie più che altro sul raggiungimento del risultato.

Può essere come nel mio caso, un percorso cominciato per un motivo, ma andando avanti si è modellato ed è cambiato. 

È mutato, muta e muterá, e fin quando questo così sará, fotograferò. 

Mi piace pensare che creare dei ritratti inconsueti mi proietti in terre inesplorate.

Mi obbliga a dover interagire con una certa empatia nei confronti dei minimodelli che nella maggior parte delle volte dettano le regole del “gioco”.

La meraviglia che provo quando la bellezza diversamente consueta di un nuovo soggetto si svela davanti alla mia lente, è energia allo stato brado.

È colore, è vita, è sfida, è voglia di renderlo bello, voglia di renderlo diverso da quello che la visione collettiva lo definisce, senza alterare nulla, ma semplicemente usando altri punti di vista o altre prospettive.

Insomma una realtá parallela, pure il tempo è alterato in queste fotografie.

Una grande fotografa Ticinese, una volta mi disse che vedeva nei miei lavori l’ insieme di sezioni di vita e di particolari.

Sezioni di tempo che accatastate, come la tecnica che utilizzo mi impone, creano l’ illusione della visione di un istante.

Istante che più non è, perché in effetti parliamo di minuti, e molte, molte pose singole su piani diversi.

Una cosa è certa, quello che ho fatto e sto facendo, ha creato tanti intrecci inaspettati e positivi. Ha creato amicizie, ha creato pensieri, ha creato eventi, confronti e tracce indelebili nella mia vita.

Quindi per finire, perché lo faccio?

Lo faccio per tutto questo.

Grazie a tutti i partecipanti per aver passato quell’ora abbondante insieme, e per avermi permesso di aprire una porta in più!

#avolteleparolenonspieganotutto

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